When
I give food to the poor, they call me saint.
When
I ask why the poor have no food, they call me communist.
Quando
do da mangiare al povero, dicono che sono un santo.
Ma
quando chiedo perché il povero non ha cibo, allora dicono che sono
un comunista.
Oscar
Romero (San Romero de la America)
Il 24 marzo 1980, mentre celebrava
Messa a San Salvador nella cappella dell'ospedale della Divina
Provvidenza, un sicario sparò.
Romero in quell’istante elevava
l'ostia della comunione.
Fu un solo colpo, che recise la vena
giugulare.
Nell’omelia mons. Romero, ancora una
volta, aveva denunciato la spietata oppressione del governo di El
Salvador: le repressioni, gli assassinii degli oppositori al regime,
l’affamare la popolazione. Perfino l’uso di bambini per
aggiornare le mappe dei campi minati: li mandavano avanti e,
numerosi, restavano squarciati dalle deflagrazioni.
Papa Giovanni Paolo II non presenziò
al funerale ma delegò a presiedere la celebrazione l’arcivescovo
di Città del Messico.
Durante le esequie avvenne un massacro
di fedeli da parte dell'esercito salvadoregno.
Il 6 marzo 1983 Giovanni Paolo II si
recò a rendere omaggio a mons. Romero (riconosciuto e venerato già
come un santo dal suo popolo) sulla sua tomba, nonostante le
pressioni del governo affinché non compisse il viaggio.
La sua popolarità in tutta l'America
latina, e la vicinanza del suo popolo, contrastavano con
l'opposizione di parte dell'episcopato, e soprattutto con la
diffidenza della Santa Sede. Il governo di El Salvador, una giunta
mista formato da militari e civili appoggiata e sovvenzionata dagli
Stati Uniti, vedeva in lui un sobillatore. Era un soggetto pericoloso
che muoveva le coscienze e denunciava le storture di una tirannia
camuffata da democrazia.
Qualche anno prima, in udienza dal papa
Paolo VI, Romero denunciava:
Lamento, Santo Padre, che nelle
osservazioni presentatemi qui in Roma sulla mia condotta pastorale
prevale un'interpretazione negativa che coincide esattamente con le
potentissime forze che là, nella mia arcidiocesi, cercano di frenare
e screditare il mio sforzo apostolico.
Infatti Romero, per le sue prese di
posizione lontane dalla linea vaticana, ebbe sempre un cattivo
rapporto con la curia romana, tanto che non riuscì ad ottenere
l'appoggio del nuovo papa Giovanni Paolo II.
Il suo omicidio innescò una lunga
guerra civile, terminata nel 1992, tra milizie ribelli e governo
militare. Negli anni di guerra si sono contati 75mila morti.
Il mandante dell'omicidio, secondo
quanto accertato successivamente, fu Roberto D'Aubuisson, ideatore
delle terribili Brigate della morte e discusso rappresentante politico del partito di governo la ARENA, cui è stata recentemente
concessa (tra le proteste della popolazione) l'onorificenza di figlio
meritevole del Salvador.
La pace non è il prodotto di terrore o
paura.
La pace non è il silenzio dei
cimiteri.
La pace non è il risultato silenzio
della repressione violenta.
La pace è il generoso, tranquillo
contributo di tutti per il bene di tutti.
La pace è il dinamismo. La pace è la
generosità. É giusto ed è dovere.